lunedì 5 marzo 2007

I Referendum Elettorali


Dopo le esternazioni di Prodi, sul blocco o la proroga dei refendum elettorali, molti esponenti politici si sono espressi circa questo annoso della riforma elettorale. Uno dei primi a commentare e dissentire circa le parole del premier è stato Giovanni Guzzetta, presidente del comitato promotore del referendum elettorale che ha dichiarato "non posso che ricordare al presidente Prodi che se il dialogo parlamentare è iniziato, è proprio perché i referendari si sono fatti carico della indignazione dei cittadini contro questa legge elettorale che la precedente maggioranza ha imposto sotto il ricatto operativo di Pier Ferdinando Casini e ha ribadisco che la raccolta di firme e l'iter burocratico inizierà regolarmente il 24 aprile". Molti esponenti di partiti di entrambi gli schieramenti, in maggioranza quelli rappresentanti dei più piccoli si esprimono contro questo possibile referendum che spinto anche dalle idee di Mariotto Segni, padre del maggioritario italiano con le sue battaglie referendarie passate, hanno paura di perdere la loro rappresentanza parlamentare, e che ha portato alle dimissioni alla fine dell'anno scorso di sei esponenti politici dal tavolo della discussione (tra loro l'ex ministro Ds Franco Bassanini, l'ex presidente della Corte Costituzionale Enzo Cheli e il deputato della Margherita Roberto Giachetti), sostenendo che, in caso di vittoria dei sì, la legge frutto del referendum andava comunque riformata e non poteva essere direttamente applicata.
Ma pochi conoscono i quesiti che il comitato ha preparato:
- PREMIO DI MAGGIORANZA. Il premio di maggioranza verrebbe attribuito solo alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi in ognuna delle camere che spingerebbe i partiti a puntare alla costruzione di un unico raggruppamento, incentivando una significativa ristrutturazione del sistema partitico apprendo cosi all'Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica reale
- NO A CANDIDATURE MULTIPLE. Vieta la possibilità di essere candidato in più circoscrizioni. Togliendo la possibilità al plurieletto di decidere il destino dei candidati la cui elezione dipende dalla propria opzione, levando cosi potere alle segreterie dei partiti e riversandolo direttamente sugli elettori.
Ricordiamo infine come è composto questo comitato che Prodi ha definito "pistola puntata sul Parlamento"; presieduto da Giovanni Guzzetta, 40 anni, avvocato, ordinario di diritto pubblico a Tor Vergata; coordinato da Mario Segni. Tra i 158 componenti, ci sono esponenti del centrosinistra (Boato, Bordon, Capezzone, Cuperlo, D'Amico, Filippeschi, Lucà, Manzione, Melandri, Parisi, Realacci, Rivera, Rossi, Turci) e del centrodestra (Alemanno, Brunetta, Martino, Prestigiacomo, Micciché); costituzionalisti (Barbera, Ceccanti, Sandulli, Quagliarello, Vassallo); amministratori (Bassolino, Chiamparino, Cacciari, Poli Bortone, Penati, Pericu).

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