sabato 31 luglio 2010

Futuro e Libertà......


Roma, 30 lug. La nascita del gruppo parlamentare, costituito dai 33 finiani, "Futuro e Libertà per Italia" sancisce l'ufficiale rottura del rapporto anche sul piano politico tra i due coofondatori del Partito delle Libertà. I membri di questo nuovo gruppo di scissionisti, comunque si promettono di restare fedeli agli impegni presi con gli elettori di sostenere il governo che sembrerebbe non rischiare nessuna crisi e conseguenti elezioni anticipate.

Dopo la conferenza stampa di Fini, in risposta all'emendamento del coordinamento del Partito durante il quale il premier aveva dichiarato che il presidente della camera doveva lasciare lo scranno più alto di montecitorio non essendo più adatto e compatibile con tale ruolo, il coofondatore del PDL aveva ricordato che la sua carica non dipendeva dalle scelte del Premier e che lui rappresentava intero arco parlamentare.

In difesa di questa ultima affermazione si erano schierati anche esponenti dell'opposizione.

Il Premier riunito con i suoi più fedeli collaboratori sta valutando sui numeri e su come eventualemente recuperare nuovi voti di sostegno al PDL tra gli esponenti del UDC di Casini, API di Rutelli e MPA di Lombardo, allargando e modificando la struttura governativa epurata dai seguaci di Fini.

Non attuabile, allo stato attuale, la decisione di tornare alle urne dopo anche le dichiarazione del Presidente Napolitano ai vertici del PD, che ricordano importanza di salvaguardare la continuità della vita istituzionale nell'interesse dell'intera nazione. Senza contare sulla posizione, può volte dichiarata, di contrarietà a tale ipotesi da parte della Lega che pone in primo piano l'approvazione dei decreti attuativi riguardate il federalismo.

Berlusconi, fidandosi dei suoi piu fedeli collaboratori, ha cercato la rottura diretta con il presidente della camera, dopo che questi gli avevano fatto aver sapere che i primi sondaggi a caldo post annuncio della formazione del nuovo gruppo parlamentare davano a questo una consistenza variabile tra 1-3%, quindi ininfluenti per il governo ed una futura tornata elettorale.

A fine serata, invece sono usciti altri sondaggi dove questa nuova formazione guidata da Fini, si potrebbe attestare con un più solito 10%, questo spingerebbe il premier alla ricerca di nuovi alleati e alle elezioni anticipate entro "ottobre", per non dare il tempo ai finiani di organizzarsi sul territorio.

Un altra ipotesi che sempre di più si fa avanti è un governo di transizione guidato da Tremonti con appoggio della Lega, Fini e parte delle opposizioni, che farebbero di tutto per delegittimare attuale premier, e permetterebbe comunque di seguire i desideri del Presidente della Repubblica.