mercoledì 28 febbraio 2007

Palazzo Madama dice SI al Governo Prodi

Roma, 28 feb. Dopo la replica del premier, il Senato ha votato la fiducia al governo di Romano Prodi. La mozione è stata approvata con 162 voti a favore e 157 contrari superando il quorum fissato a 160, grazie alle assenze di Andreotti e Pininfarina. I sì sono arrivati da 158 senatori eletti più 4 senatori a vita: Ciampi, Colombo, Levi Montalcini e Scalfaro. Dei senatori a vita presenti solo Cossiga ha votato contro. Il Professore si dichiara soddisfatto per il risultato ottenuto, perchè dimostra l'autosufficienza della sua maggioranza sotto tutti gli aspetti, anche senza i senatori a vita che, in ogni caso sono uguali agli altri".
Dalle dichiarazioni di voto, oltre lo scontato voto di Follini (Italia di Mezzo), si sono espressi a favore anche Pallaro (eletto nella circoscrizione estera) dichiarando "voto per la governabilità", anche se ha gia annunciato che non votera a favore dei tanto discussi "Dico", anche i due "dissidenti" dell'Unione, Franco Turigliatto e Fernando Rossi, hanno dato la fiducia, ma con "distanza" dato che non condividono alcune scelte del Governo come il rifinanzianmento della missione in Afganistan, la costruzione della Tav e la riforma della pensione durante il quale voto voteranno contro.
Quindi la vita di questo governo si prospetta con molte difficoltà e ricerca continua di appoggi variabili per tenerlo in vita, non deludendo le aspettative della comunità internazionale e degli elettori della sinistra radicale che ha votato questo Governo.

domenica 25 febbraio 2007

Cgil e Br: la storia continua



L'inchiesta sulle nuove Brigate rosse, zeppe di iscritti al sindacato, pone nuovamente sotto il riflettori di molti incotri tra queste due realta, e pur sapendo che in una struttura con milioni di tesserati può infiltrarsi chiunque, sarebbe utile che i massimi vertici del sindacato raccontassero per intero la verità sulla Cgil e il terrorismo di sinistra in Italia. Da giorni i dirigenti sindacali ripetono che la Cgil è sempre stata un baluardo fondamentale nella lotta al terrorismo. Purtroppo, non è andata così. All'inizio, nel 1970, la Cgil, come il Pci e il Psi, sostenne che avevamo di fronte un terrorismo fascista, mascherato di rosso. I comunicati sindacali ruotavano sempre sul tema della «provocazione», poi diventata «oggettiva provocazione». Chi affermava il contrario era anche lui un provocatore, al servizio del padronato.Fu l'errore che generò tutti gli altri. Nel 1974, quando le Br uccisero due missini a Padova, le loro prime vittime, anche la Cgil si sdraiò sulla teoria che il delitto era il frutto di una faida interna al neofascismo. Due giorni dopo, le Br rivendicarono l'azione. Ma neppure allora il sindacato volle arrendersi alla realtà.Il secondo errore fu persino più grave. Allorché risultò chiaro che le Br appartenevano all'album di famiglia della sinistra, si passò alla formula dei «compagni che sbagliano». Una litania ripetuta di continuo, in opposizione a quella del «complotto padronale». A chi parlava di congiura del capitalismo, si rispondeva: «No, i brigatisti fanno parte del movimento e sono recuperabili».Piero Fassino (Segretario DS), che da sempre si è opposto contro il terrorismo e in una città come Torino, dichiaro nel '73 che fossero entrambe sbagliate, essendo «come due anime sempre presenti non soltanto nel sindacato e nella sinistra in generale, ma nel Pci, che spesso sottovalutava l'ampiezza e la pericolosità dell'attacco terroristico. La Dc sembrava paralizzata. Gli altri partiti non andavano al di là degli ordini del giorno di condanna. Il sindacato era tutto preso da problemi diversi: la polemica sui sacrifici, l'austerità, le tariffe. E la sua tendenza a sottovalutare, e a dire “Sono compagni che sbagliano”. Nel 1978 quando le Br rapirono Aldo Moro in molte assemblee sindacali si sentì dire: «Moro è il simbolo di questo Stato, lo Stato dell'affare Lockheed, di Sindona, degli evasori fiscali, e noi dovremmo difenderlo?». Qualcosa cambiò soltanto nel gennaio 1979, quando le Br uccisero Guido Rossa a Genova, il consiglio di fabbrica dell'Italsider si spaccò sulla decisione di accompagnare Rossa che doveva testimoniare al processo contro il postino brigatista. Una parte dei delegati disse: «Chi vuole andare con Rossa, si metta in ferie e ci vada per conto suo».
Epifani (Segretario generale CGIL), ha dichiarato a seguito della nuova incheista milanese sulle BR a margine dell'assemblea dei delegati veneti a Mestre «mi pare che stia emergendo una rete non vastissima, come dicono gli stessi inquirenti. Bisogna far lavorare la Magistratura ed io ho molta fiducia nel suo lavoro e spero che possa fare chiarezza fino in fondo, trovare quello che ancora non e' emerso ed estirpare tutte le cose che non sono emerse, che non vanno e in questo modo evitare un ritorno del terrorismo".». In questo senso la «La costituzione di parte civile certamente è una delle scelte che facciamo per marcare nei processi la nostra vicinanza alle vittime e la nostra lontananza dai terroristi. Non accetteremo che si indeboliscano la Cgil e le sue strutture; Bisogna interrogarsi sul rapporto tra il nuovo terrorismo e i giovani. E' questa "la questione" piu' delicata che dobbiamo affrontare».

sabato 24 febbraio 2007

Napolitano rinvia Prodi alle Camere


Governo, Napolitano rinvia Prodi alle Camere

Roma, 24 feb. Giorgio Napolitano ha rinviato il governo Prodi alle Camere. E' questo il responso finale emesso dal presidente della Repubblica, dopo le due giornate di consultazioni al Quirinale, al termine del colloquio di questa mattina con il presidente del Consiglio La nota ufficiale cita ''ha respinto le dimissioni del governo e ha invitato il presidente del Consiglio a presentarsi al piu' presto al Parlamento, per verificare la sussistenza del rapporto fiduciario, l'ipotesi legittime e motivate di sperimentazione di una diversa e piu' larga intesa di maggioranza a sostegno di un governo impegnato ad affrontare le piu' urgenti scadenze politiche e in particolare la revisione della legge elettorale, ipotesi sostenute da alcune componenti della Casa delle Liberta', non sono risultate sufficientemente condivise, per poter essere assunte come base della soluzione della crisi del governo Prodi".
Dodici sono i punti per la ripresa dell'attività di governo che Prodi ha definito "prioritari e non negoziabili"
1. "Rispetto degli impegni internazionali e di pace. Sostegno costante alle iniziative di politica estera e di difesa stabilite in ambito Onu ed ai nostri impegni internazionali, derivanti dall'appartenenza all'Unione Europea e all'Alleanza Atlantica, con riferimento anche al nostro attuale impegno nella missione in Afghanistan. Una incisiva azione per il sostegno e la valorizzazione del patrimonio rappresentato dalle comunità italiane all'estero".
2. "Impegno forte per la cultura, scuola, università, ricerca e innovazione".
3. "Rapida attuazione del piano infrastrutturale e in particolare ai corridoi europei (compresa la Torino-Lione). Impegno sulla mobilità sostenibile".
4. "Programma per l'efficienza e la diversificazione delle fonti energetiche: fonti rinnovabili e localizzazione e realizzazione rigassificatori".
5. "Prosecuzione dell'azione di liberalizzazioni e di tutela del cittadino consumatore nell'ambito dei servizi e delle professioni".
6. "Attenzione permanente e impegno concreto a favore del Mezzogiorno, a partire dalla sicurezza".
7. "Azione concreta e immediata di riduzione significativa della spesa pubblica e della spesa legata alle attività politiche e istituzionali (costi della politica)".
8. "Riordino del sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità finanziarie e privilegiando le pensioni basse e i giovani. Con l'impegno a reperire una quota delle risorse necessarie attraverso una razionalizzazione della spesa che passa attraverso anche l'unificazione degli enti previdenziali".
9. "Rilancio delle politiche a sostegno della famiglia attraverso l'estensione universale di assegni familiari più corposi e un piano concreto di aumento significativo degli asili nido".
10. "Rapida soluzione della incompatibilità tra incarichi, di governo e parlamentari, secondo le modalità già concordate".
11. "Il portavoce del presidente, al fine di dare maggiore coerenza alla comunicazione, assume il ruolo di portavoce dell'esecutivo".
12. "In coerenza con tale principio, per assicurare piena efficacia all'azione di governo, al presidente del Consiglio è riconosciuta l'autorità di esprimere in maniera unitaria la posizione del governo stesso in caso di contrasto"
I Dico, assenti dal documento. Alle insistenze di Marco Pannella, (Rosa nel Pugno) che avrebbe voluto i 'Dico' nel documento programmatico il premier ha replicato che i 'dodici punti' riguardano l'attività futura del Governo, mentre i 'Dico' sono stati già approvati dal Consiglio dei Ministri.
Il volto nuovo per uscire dalla crisi è Marco Follini (Italia di Centro) ex segretario UdC e vice-premier del Governo Berlusconi ha dichiarato di votare la fiducia al governo Prodi e di voler partecipare alla costruzione di un nuovo centrosinistra, sempre più orientato verso il centro.