L'Avana 14 ago - Dal 1961 non sventolava più la bandiera USA sulla isola Cubana. La decisione di riaprire l'ambasciata statunitense ad avana è il segno che le cose possono variare e far cadere i molti muri che ancora esistono e vengono tuttora eretti nel mondo.
La scelta di far riportare e far issare la bandiera proprio ai marine che l'avevano ammainata molti anni fa è stato un forte gesto simbolico, a rappresentare il possibile ricongiungimento con il passato. La presenza di John Kerry, capo della diplomazia USA e un altro segno della grande importanza del gesto compiuto, rafforzate dalle sue parole "L'alzabandiera simboleggia la ripresa delle relazioni diplomatiche con Cuba prendendo finalmente la parola -. Si mettono da parte le barriere e si esplorano nuove possibilità per il futuro. Non avete nulla da temere, i benefici saranno grandissimi quando permetteremo ai nostri cittadini di conoscersi, scambiarsi visite, idee, imparare a conoscersi. I nostri presidenti, Obama e Raul Castro, hanno smesso di essere prigionieri della storia".
Un ringraziamento è stato anche inviato al Pontefice per il ruolo di intermediario svolto nel riavvicinamento tra i due stati.
Cuba chiede a Washington di porre fine all’embargo e restituire la base navale americana di Guantanamo. Gli americani premono invece sull’Avana per un miglioramento in materia di diritti umani, il ritorno dei profughi ai quali è stato concesso l’asilo politico e la restituzione delle proprietà dei cittadini statunitensi nazionalizzate dopo che Fidel Castro è salito al potere. La revoca dell'embargo americano spetta però solo ed esclusivamente al Congresso, dal 3 gennaio a maggioranza repubblicana, dove il presidente Obama non può di certo far troppe pressioni.
La Taverna di Ombra
La taverna è aperta aspetta i viaggiatori che portano le notizie sospirate dal vento della conoscenza per sedersi intorno ad un tavolo e discuterne insieme
sabato 15 agosto 2015
domenica 21 giugno 2015
Family vs Gender
Roma,
21 giu - "Difendiamo i nostri figli. Stop gender nelle scuole"'
questo è lo slogan della manifestazione nazionale #FamilyDay ha visto la sua
realizzazione in Piazza S. Giovanni a Roma (piazza che fa da scenario per il
concerto dell’1 maggio), organizzato da diverse realtà e associazioni tra cui
le «Sentinelle in piedi» e il «Movimento per la vita». Lo scopo dei
manifestanti è stato quello di riaffermare il diritto di mamma e papà a educare
i figli e fermare la colonizzazione ideologica della teoria Gender nelle scuole
e nel Parlamento e bloccare sul nascere il ddl Cirinnà che consentirebbe in
prospettiva adozione e utero in affitto per le coppie dello stesso sesso. Gli
organizzatori hanno voluto affermare la natura apartitica della manifestazione,
cui hanno comunque partecipato, in forma privata, diversi politici di area
cattolica, sia sostengono il governo sia di opposizione, e ha visto adesione
anche ministri cattolici, come il monsignor Vincenzo Paglia, presidente del
Pontificio consiglio per la famiglia che Riccardo Di Segni, rabbino capo di
Roma e l’imam della moschea di Centocelle.
Non
sono mancate le polemiche e critiche alle manifestazioni ad esempio da parte di
Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme e ai rapporti con il Parlamento,
«C'è a Roma una manifestazione contro i diritti civili, è una cosa più unica
che rara che ci siano persone che manifestano contro i diritti di altre
persone. Dobbiamo prendere atto che ci sono molte complessità ma il governo è
molto deciso». Oppure Franco
Grillini, presidente di Gaynet Italia: «Una manifestazione inutile e odiosa,
come tutte le manifestazioni d’odio; un festival dell’omofobia, triste e
pietoso come tutte le manifestazioni a sfondo razzista, dove avranno voce i
profani dell’odio verso la diversità sessuale e trionferà quel “familismo
amorale” largamente responsabile dei guai del paese».
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sabato 2 maggio 2015
NOEXPO...No Grazie!!
Milano,
01 Mag Scene di guerra hanno fatto da contraltare alla inaugurazione della EXPO
Milanese. Come ogni volta che viene organizzato un evento di risonanza
mondiale, spuntano i purtroppo "famosi" Black Block, gruppi anarchici
più radicali, provenienti da mezza Italia e da diversi paesi europei,
distribuiti in vari punti del corteo, hanno spaccato fioriere e vetrine dando
fuoco ad auto e cassonetti, lanciando oggetti e molotov contro le forze
dell'ordine. Questa volta ci è andata di mezzo una strada del centro di Milano,
Corso Magenta, dove sono state date alle fiamme le auto parcheggiate.
Il
corteo era organizzato all'interno del tradizionale Mayday Parade, che aveva
come tema "No-Expo" , che come ogni volta a visto questi violenti infiltrati
nella folla per poi dopo gli attacchi
hanno cominciato a cambiarsi in massa, lasciando a bordo strada decine
di tute, felpe, magliette, ovviamente nere, e ogni genere di accessorio del
teppista, come ginocchiere, bombe carta, occhiali protettivi, kit per lenire
l'irritazione agli occhi da lacrimogeni, passamontagna, perfino maschere
antigas. Alla fine il bilancio dei numeri è di 11 feriti tra le forze
dell'ordine e di 10 antagonisti accompagnati in questura per controlli. Ma la ferita
maggiore è alla città, che non si aspettava di festeggiare inaugurazione
dell'Expo in questo modo. Cinque gli arresti in flagranza eseguiti dalle forze
dell'ordine. Sono tutti italiani tra i 27 e 42 anni, tra loro due donne. .
L'ipotesi di reato al centro dell'inchiesta della Procura di Milano è quella di
"devastazione", che prevede pene fino a 15 anni di carcere
I
commenti sono immediatamente giunti a partire dal ministro dell'Interno
Angelino Alfano "Un grande grazie alle forze dell'ordine e a tutto il
sistema della sicurezza milanese: dal prefetto al questore e a tutti quelli che
hanno cooperato. Hanno evitato il peggio con intelligenza e fermezza". Anche
dalla Piazza del tradizionale concertone di San Giovanni a Roma, il segretario
generale della CGIL Susanna Camusso, ha voluto commentare "Expo è
un'occasione per il nostro paese. Non è distruggendo la città che si denuncia
la corruzione e che si chiede il cambiamento delle leggi".
Un
altro importante intervento è giunto dal presidente della regione Roberto
Maroni "Non voglio che siano i cittadini a subire le conseguenze dei gesti
di questi delinquenti e per questo abbiamo istituito un fondo d'accordo con il
Comune che fornirà una valutazione dei danni"
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sabato 17 gennaio 2015
Il Costo della Libertà
Siria,
16 gen - Vanessa Marzullo, 21 anni, di Brembate in provincia di Bergamo, e
Greta Ramelli, 20 anni, di Gavirate in provincia di Varese, scomparse la notte
tra il 31 luglio e il primo agosto 2014 tenute in ostaggio dal gruppo siriano
Jabhat al Nusra, il “rappresentante” di al Qaeda in Siria, sono tornate in
Italia. Si trovavano in Siria per conto
del “progetto Horryaty”, un’associazione che organizza piccoli progetti di
volontariato a favore dei civili siriani, molto vicina a movimenti Jihadisti.
Le due ragazze in uno straziante video avevano chiesto “Supplichiamo il nostro
governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in
estremo pericolo e potremmo essere uccise“. L'opinione pubblica si era già
divisa, sul fatto che il governo pagasse un riscatto per riportarle a casa, poiché
erano andate in un territorio di guerra, tra gli estremisti, senza alle spalle un’organizzazione
di cooperazione internazionale e senza il consenso delle nostre forze di
sicurezza.
Il
profilo Twitter @ekhateb88, ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad, ha
pubblicato un post con riferimento al pagamento di un riscatto per la cifra di
12 milioni di dollari, confermata dalla televisione di Dubai e dal Guardian.
Il
ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, ha comunicato
la notizia della liberazione in aula alla Camera
Non
è mancata la risposta di Matteo Salvini "Se veramente per liberare le due
amiche dei siriani il Governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni, sarebbe
uno schifo!"
Maria
Stella Gelmini "Mi sembra doveroso chiederci se un eventuale riscatto
pagato a dei terroristi non sia una fonte di finanziamento per portare la morte
in Europa e altrove. Il governo e il ministro Gentiloni faranno bene a chiarire
rapidamente la vicenda".
Il
ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'informativa alla camera. "Un
grande Paese s’impegna a proteggere e salvare la vita dei propri cittadini
sequestrati, e quando ci riesce si unisce per ringraziare chi li ha liberati: i
Servizi, l'unità di crisi della Farnesina e tutti quelli che hanno contribuito
al successo".
Vanessa
e Greta saranno ascoltate dagli inquirenti della Procura di Roma. I magistrati, che sulla vicenda delle due
volontarie avevano aperto un'inchiesta per sequestro di persona a scopo di
terrorismo, sono in attesa di un'informativa del Ros dei carabinieri e della
Digos.
mercoledì 7 gennaio 2015
Al-Qaeda uccide la satira
Parigi 07 gen. Nel cuore di Parigi, vicino alla Bastiglia,
simbolo della lotta per la libertà e giustizia del popolo francese e non solo,
alle 11 di questa mattina d’inizio dell'anno è avvenuto un massacro. Tre uomini incappucciati e vestiti di nero,
sono penetrati nella sede del giornale satirico "Charlie Hebdo" e
hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov contro il personale, urlando «Allah u
Akbar». Il tragico bilancio parla di dodici morti, tra cui il direttore
Stephane Charbonnier (Charb), i vignettisti Cabu, Tignous, Wolinski e il
giornalista Bernard Maris, mentre i feriti sarebbero almeno cinque, di cui
alcuni in condizioni gravissime. Dopo la carneficina, i killer hanno preso la
fuga a bordo di un’auto nera, poi abbandonata in rue de Meaux, estremità
nordest della città. Il giornale ha un orientamento libertario, di sinistra e molto
anti-religioso. E si pone l’obiettivo di difendere le libertà individuali,
usando ironia e provocazione attraverso le proprie vignette era già stata
oggetto di minacce da estremisti islamici, e di atti violenti come un incendio
provocato dal lancio di molotov alla fine del 2011, che aveva parzialmente
distrutto la sede del settimanale. Nel 2006 il giornale suscitò polemiche
pubblicando una serie di caricature del profeta Maometto, diffuse inizialmente
dal quotidiano danese Jyllands-Posten che in Italia, Roberto Calderoli,
all'epoca ministro delle riforme, le fece stampare su una maglietta che indosso
in una famosa intervista televisiva, episodio che scatenò forti reazioni
popolari nel mondo arabo, culminate con alcuni morti in Libia
La disegnatrice Corinne Rey (Coco) ha dichiarato «Due uomini
incappucciati e armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare. Hanno
sparato contro Wolinski, Cabu… è durata cinque minuti. Mi ero rifugiata sotto
una scrivania... I killer parlavano perfettamente francese e dicevano di essere
di al-Qaeda e di voler vendicare il Profeta».
Il presidente francese Francois Hollande giunto sul luogo
dell'attentato «È stato un attacco terroristico di eccezionale barbarie contro
un giornale che è espressione di libertà e contro la polizia che la protegge, I
killer sono solo degli assassini e dei codardi e prometto che troveremo i
colpevoli. Inoltre sono stati sventati diversi attentati della stessa natura
nelle ultime settimane a Parigi».
Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio a Hollande:
«Desidero esprimere la mia più ferma condanna nei confronti di un gesto vile ed
esecrabile, che non colpisce semplicemente un giornale, ma uno dei pilastri sui
quali si basa la nostra civiltà, la libertà di stampa».
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lunedì 1 dicembre 2014
La 5 Stelle del Movimento - Il Direttorio
Roma, 28 ott - Dopo le ennesime
espulsioni di deputati che si allontanavano dalla linea politica decisa dal
Leader del Movimento, con conseguenti contestazioni e sit-in sotto la residenza
toscana di questi, arriva la decisione che potrebbe cambiare il volto di questa
forza politica. Beppe Grillo, dopo aver dichiarato, prendendo spunto da Forrest
Gump, "sono un po’ stanchino", nomina cinque suoi fedelissimi
Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo
Sibilia, membri di un Direttivo che deve consigliare lui per la decisione della
linea politica del movimento. Come di
consueto per questa formazione, famosa per la loro visione di potere
ugualitario "una testa un voto", privo fino ad oggi di organi
intermedi tra i cittadini e i loro rappresentanti in parlamento, ha chiesto sul
suo blog di ratificare questa decisione, che approva per il 91,7% (pari a
34.050 voti)
Immediatamente sono nate due
correnti, di come Andrea Cecconi, capogruppo alla Camera. che vede "un passo
indietro di Grippo a favore del movimento" che si oppone ad esempio a
Alessio Villarosa, presidente del gruppo a Montecitorio che si sente
"tradito e scioccato".
Molti cittadini e parlamentari,
che hanno visto in questa formazione politica, qualcosa di diverso e per questo
l’hanno sostenuta in piazza e premiata con molti voti, vedono questo il primo
importante passo per una deriva partitica, cosa contraria alle idee originali
del movimento.
Il più duro è certamente quello
di Daniele Pesco che su Facebook ha annunciato le sue dimissioni da deputato se
dovesse essere approvata la rosa dei cinque: "Se dovesse vincere il SI io
mi dimetto. Sono tutti miei cari amici, ma il Movimento 5 Stelle non è questo.
non siamo un partito.. l'abbiamo sempre detto. Non abbiamo bisogno di un
direttivo".
Riccardo Fraccaro, invece, quello
di Grillo è "un gesto straordinario, costruiamo insieme il futuro del
movimento. Il gesto di Beppe dimostra, ancora una volta, di che pasta è fatto
il movimento 5 stelle, i capi dei vari partiti, da Renzi a Berlusconi e
Salvini, continuano a voler accentrare il potere nelle proprie mani e a porsi
come uomini soli al comando. Per questo sono leader senza base. Il M5s invece è
una comunità di cittadini che trova in grillo il cuore e il megafono delle loro
battaglie per una società migliore. Ringrazio Beppe per questo gesto che
conferma, se ce ne fosse bisogno, il suo straordinario spessore umano e
politico".
La prima dichiarazione del neo
membro eletto del direttorio Roberto Fico "Qui nessuno comanderà niente ma
cercheremo di dare una mano al movimento affinché cresca ancora di più, è una
nuova fase. [...] È stato fatto con questa metodologia, cercando il voto di
tutti gli iscritti al M5S. È stata una delle votazioni, credo, più partecipate del
movimento, segno che si sentiva anche una esigenza di questo tipo".
martedì 7 ottobre 2014
Libri vs Manganelli
Bologna, 5 ott -"Le Sentinelle di tutta
Italia scenderanno in piazza per la libertà di espressione, per essere liberi
di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un
bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro hanno il
diritto di educare liberamente i loro figli." questo è incipit pubblicato
sulla loro pagina web. Loro non si vogliono essere un'associazione o un
movimento, ma un metodo di vita. In questi ultimi giorni sono venuti alla
ribalta nazionale per gli scontri tra loro definiti "conservatori
ortodossi cattolici" e i movimenti LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, and Transgender)
avvenuti a Bologna, dove i primi sono stati attaccati dai gruppi degli Arci
della città, finiti con manganellate da parte delle forze dell'ordine, qualche
arresto e molta polemica.
Anna Paola Concia, esponente del
PD e del Movimento LGBT: “Le Sentinelle in piedi ringraziano sentitamente gli
antagonisti di Bologna per la pubblicità gratuita e per averle fatte passare
per delle vittime”. Benedetto Zacchiroli, consigliere comunale Pd: “ A Bologna
la stupidità rovina tutto, cancellando la ragione e passando dalla parte del
torto. Ma si può essere più violenti dell’ignoranza silenziosa? A quanto pare
sì”.
Queste azioni violente sono state
criticate anche da Manes Bernardini, capogruppo della Lega Nord in consiglio
comunale “Anche ieri giornata di ordinaria follia a Bologna, presenterò un
ordine del giorno in consiglio comunale per chiedere la chiusura dei centri
sociali che si sono resi colpevoli di simili condotte, il Daspo per i loro rappresentanti,
espulsione dall’Università di Bologna per coloro che si rendono colpevoli di
simili condotte in città, aggiungendo la fine di qualsiasi aiuto pubblico alle
sigle che operano con questi metodi anti-democratici ed esclusione da qualsiasi
bando comunale dei loro associati”.
Fabrizio Nofori, portavoce
Provinciale di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale Bologna, presente ieri in
Piazza Galvani alla manifestazione, ha dichiarato: "Com'è possibile che
per una manifestazione pacifica e autorizzata sia necessario tutto questo
dispiego di Forze dell'ordine, perché ancora una volta la città è in mano ai
soliti centri sociali e gruppi antagonisti? Come mai è stata permessa tutta
questa violenza nei confronti delle sentinelle in piedi con insulti, lancio di
uova, petardi e scontri. I colpevoli rimarranno
ancora una volta impuniti?; la città ormai è completamente in mano a questa
gentaglia che non permette neanche di portare avanti una propria opinione,
gesti come questi contengono solo un messaggio: o ci si uniforma al loro
pensiero o non si ha diritto a esprimere il proprio dissenso? Questo è il grado
di tolleranza e civiltà di questi personaggi?
Il PD adesso che non sono state assaltate le loro sedi, non ha nulla da
dire a riguardo?"
Maurizio Gasparri, senatore di
Forza Italia " Gli episodi che si sono verificati a Bologna, a Torino e in
altre parti d'Italia dovrebbero far riflettere le assemblee legislative
chiamate a valutare temi che non possono essere liquidati con superficialità. I
veri intolleranti oggi sono coloro che vorrebbero imporre un pensiero unico a
danno della famiglia e del diritto naturale".
“
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