A due giorni dalla affermazione alle primarie di Pier Luigi Bersani (con oltre il 53% dei consensi, e che segue quello dei congressini degli iscritti al partito) che lo hanno incoronato Segretario del Partito Democratico, non mancano i primi scossoni all'interno dello stesso partito. Quello che si poteva mostrare come un elemento singolo, l'annuncio di Francesco Rutelli "Andro con Casini, anche se non subito e non da solo", sono i due capigruppo alla Camera e al Senato, Antonello Soro e Anna Finocchiaro, a giocare la carta delle dimissioni. Intanto l'ultimo leader della margherita spiega meglio i motivi del suo addio: «Bisogna iniziare un tragitto differente, con persone che hanno culture diverse e che non facciano riferimento all'Italia del rancore; La risposta alla crisi economica e alla divisione del paese non può limitarsi a dire che da una parte c'è la destra e dall'altra un centrosinistra che fondamentalmente ripercorre le strade del passato».
La sinistra quindi riparte dall'accoppiata Bersani-D’Alema, il vero stratega del suo successo ribaltando l'ideale di Veltroni per il nuovo partito di Centro-Sinistra, che con questa votazione che porta alla guida del partito l'area ex PCI-PDS-DS ed un ritorno al vecchio Ulivo, tanto caro a Prodi, che viene sempre più idicato come presidente del partito. Quindi riparte idea di una grande coalizione (antiberlusconiana) alleata con area di sinistra, tagliata fuori da Veltroni e dai seggi parlamentari, che lui credeva che sarebbero comunque confluiti nel suo partito.