mercoledì 6 agosto 2014

La Ragioneria Padrona di Stato

Roma, 5 ago - Con un colpo di maggioranza, (18° voto di fiducia per il Governo Renzi) viene avviata la riforma della pubblica amministrazione. Il decreto vie approvato dalla camera, dopo gli emendamenti  decisi in Commissione Affari Costituzionali, con il benestare della Commissione Bilancio, in materia di pensione, tra cui la cancellazione della soluzione per quota 96, i 4mila pensionamenti nella scuola, e l'abolizione dei pensionamenti d'ufficio già a 68 anni,  per professori universitari e primari, e abolizione dei benefici alla vittime di terrorismo. Questo decreto va incontro alle richieste ed accoglie le critiche fatte da parte di Carlo Cottarelli, commissario spending review e dalla  Ragioneria di Stato, che avevano trovato "quota 96" in disaccordo con le politiche di taglia alle spesa pubblica e che non aveva le coperture economiche. Il Ministro della Pubblica Amministazione Marianna Madia, ha difeso il disegno della riforma aggiungendo "il decreto è solo il primo tassello, il cuore della riforma si avrà nel ddl delega, di prossima discussione parlamentare"

Gli attacchi sono arrivati sia da voci interne al PD, come Camilla Sgambato, membro della VII Commissione Cultura e Istruzione della Camera  "Trovo sconcertante la scelta del Mef che ha obbligato il governo a questa triste marcia indietro rispetto alle aspettative che si stavano riaccendendo nel mondo della scuola".

Mentre la senatrice di Forza Italia, Paola Pelino ha commentato "In un momento di crisi particolarmente grave per il Paese - si legge ancora - ci aspettavamo da questo decreto qualcosa che potesse migliorare e semplificare la farraginosa macchina della Pubblica Amministrazione. Invece ci troviamo di fronte ad un vero e proprio pastrocchio, a misure deludenti! Disattesi i pensionamenti, il ricambio generazionale e la meritocrazia. Ancora una volta sono state adottate formulette di sola facciata".


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