Roma,
21 giu - "Difendiamo i nostri figli. Stop gender nelle scuole"'
questo è lo slogan della manifestazione nazionale #FamilyDay ha visto la sua
realizzazione in Piazza S. Giovanni a Roma (piazza che fa da scenario per il
concerto dell’1 maggio), organizzato da diverse realtà e associazioni tra cui
le «Sentinelle in piedi» e il «Movimento per la vita». Lo scopo dei
manifestanti è stato quello di riaffermare il diritto di mamma e papà a educare
i figli e fermare la colonizzazione ideologica della teoria Gender nelle scuole
e nel Parlamento e bloccare sul nascere il ddl Cirinnà che consentirebbe in
prospettiva adozione e utero in affitto per le coppie dello stesso sesso. Gli
organizzatori hanno voluto affermare la natura apartitica della manifestazione,
cui hanno comunque partecipato, in forma privata, diversi politici di area
cattolica, sia sostengono il governo sia di opposizione, e ha visto adesione
anche ministri cattolici, come il monsignor Vincenzo Paglia, presidente del
Pontificio consiglio per la famiglia che Riccardo Di Segni, rabbino capo di
Roma e l’imam della moschea di Centocelle.
Non
sono mancate le polemiche e critiche alle manifestazioni ad esempio da parte di
Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme e ai rapporti con il Parlamento,
«C'è a Roma una manifestazione contro i diritti civili, è una cosa più unica
che rara che ci siano persone che manifestano contro i diritti di altre
persone. Dobbiamo prendere atto che ci sono molte complessità ma il governo è
molto deciso». Oppure Franco
Grillini, presidente di Gaynet Italia: «Una manifestazione inutile e odiosa,
come tutte le manifestazioni d’odio; un festival dell’omofobia, triste e
pietoso come tutte le manifestazioni a sfondo razzista, dove avranno voce i
profani dell’odio verso la diversità sessuale e trionferà quel “familismo
amorale” largamente responsabile dei guai del paese».
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