Roma,
23 dic - Il discorso di fine mandato del governo tecnico e superpartes guidato
dal Senatore Professor Mario Monti, ha scosso
gli animi di molti uomini dei partiti italiani, mesconando le carte e i
possibili scenari in vista delle prossime consultazioni politiche di fine
febbraio. La scelta del professore, già commissario europeo nominato dal primo
governo Berlusconi, e in precedenza Preside della Bocconi, di "salire in
campo" non potendosi candidare essendo già un senatore a vita, presenta
una linea programmatica e invita chi si riconosce in questa, dettata in grande
parte dai poteri forti della BCE. Una "agenda politica" che tutti gli
interessati, che si riconoscono posso seguire e appoggiare vuole in qualche
modo superare il bipolarismo e destabilizzare i principali partiti italiani, poiché
all'interno di ognuno di essi esiste più o meno palese un gruppo di sostegno
montiano, la famosa area moderata e riformista legata al PPE nel sogno da anni
di Silvio Berlusconi. Proprio il Leader del PDL è il primo detrattore del
professore, vedendo il lui il principale antagonista per la raccolta dei consensi
del grosso gruppo di moderati presenti in Italia che hanno sostenuto il primo
governo Berlusconi e che ora si sono sentiti traditi per le promesse non
mantenute in tutti questi anni di governo.
I
protagonisti del Nuovo Centro, che raccoglie UDC di Casini, il
movimento Verso la Terza Repubblica e Italia Futura guidata da Montezemolo, annunciano pieno sostegno al progetto
Monti.
Spiega Casini: «Adesso è
tutto nelle mani del presidente Monti. Nelle prossime ore sarà lui a raccogliere
i consensi e i sostegni alla sua agenda. Sarà lui a decidere se sarà meglio
procedere con una lista piuttosto che con più formazioni». Il leader
dell'UDC Casini auspica che “il professore assuma un impegno diretto",
allontanando altre sì un apparentamento con il PD di Bersani, post urne, “La
scelta fatta di Bersani di stare con Vendola è rispettabile, ma non è una
strada utile per il bene del paese. Con loro bisogna dialogare, ma non si
possono fare sconti a nessuno, Ci presentiamo alle elezioni per vincere, non
per dire dopo con chi saremo alleati”.
Anche Montezemolo, leader di
Italia Futura ha ascolto in modo favorevole le parole del Professore
"Condividiamo dalla prima all'ultima parola quanto detto dal Presidente
Monti nella conferenza stampa di fine anno, sia nei contenuti sia nella forma.
Ribadiamo la nostra disponibilità a sostenere con orgoglio l'agenda del
Presidente Monti che, come ha detto oggi, si prefigge di cambiare l'Italia e
riformare l'Europa".
Aggiunge
Riccardi ipotizzando la creazione di «uno spazio, che non sarà né di destra né
di sinistra. Lo spazio che si creerà sarà attorno al nome di Monti, che
potrebbe attrarre il grande popolo degli astenuti, che non sanno più cosa
votare e che non hanno più fiducia nella politica»
Si schiera concretamente
contro alle parole di Monti, il leader del SEL, Nichi Vendola “Il rigore che
abbiamo visto porre in essere in questi ultimi anni, in continuità dal governo
Berlusconi al governo Monti, è un rigore a senso unico. Un rigore che colpisce
duramente i ceti popolari, che fa smottare il ceto medio, che rischia di aprire
una vera e propria crepa nella nostra coesione sociale, che rischia di smontare
pezzi pregiati del welfare del nostro Paese”.
Anche il commento di
Angelino Alfano, segretario del PDL non lascia possibilità a un dialogo
"Un centrino nascente è un competitor di secondo momento. Il nostro
competitor è la sinistra, chi la vuole aiutare fa da stampella, preclusa ogni
ipotesi di collaborazione".
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