domenica 21 giugno 2015

Family vs Gender

Roma, 21 giu - "Difendiamo i nostri figli. Stop gender nelle scuole"' questo è lo slogan della manifestazione nazionale #FamilyDay ha visto la sua realizzazione in Piazza S. Giovanni a Roma (piazza che fa da scenario per il concerto dell’1 maggio), organizzato da diverse realtà e associazioni tra cui le «Sentinelle in piedi» e il «Movimento per la vita». Lo scopo dei manifestanti è stato quello di riaffermare il diritto di mamma e papà a educare i figli e fermare la colonizzazione ideologica della teoria Gender nelle scuole e nel Parlamento e bloccare sul nascere il ddl Cirinnà che consentirebbe in prospettiva adozione e utero in affitto per le coppie dello stesso sesso. Gli organizzatori hanno voluto affermare la natura apartitica della manifestazione, cui hanno comunque partecipato, in forma privata, diversi politici di area cattolica, sia sostengono il governo sia di opposizione, e ha visto adesione anche ministri cattolici, come il monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia che Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e l’imam della moschea di Centocelle.
Non sono mancate le polemiche e critiche alle manifestazioni ad esempio da parte di Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme e ai rapporti con il Parlamento, «C'è a Roma una manifestazione contro i diritti civili, è una cosa più unica che rara che ci siano persone che manifestano contro i diritti di altre persone. Dobbiamo prendere atto che ci sono molte complessità ma il governo è molto deciso». Oppure Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia: «Una manifestazione inutile e odiosa, come tutte le manifestazioni d’odio; un festival dell’omofobia, triste e pietoso come tutte le manifestazioni a sfondo razzista, dove avranno voce i profani dell’odio verso la diversità sessuale e trionferà quel “familismo amorale” largamente responsabile dei guai del paese».