sabato 17 gennaio 2015

Il Costo della Libertà

Siria, 16 gen - Vanessa Marzullo, 21 anni, di Brembate in provincia di Bergamo, e Greta Ramelli, 20 anni, di Gavirate in provincia di Varese, scomparse la notte tra il 31 luglio e il primo agosto 2014 tenute in ostaggio dal gruppo siriano Jabhat al Nusra, il “rappresentante” di al Qaeda in Siria, sono tornate in Italia.  Si trovavano in Siria per conto del “progetto Horryaty”, un’associazione che organizza piccoli progetti di volontariato a favore dei civili siriani, molto vicina a movimenti Jihadisti. Le due ragazze in uno straziante video avevano chiesto “Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in estremo pericolo e potremmo essere uccise“. L'opinione pubblica si era già divisa, sul fatto che il governo pagasse un riscatto per riportarle a casa, poiché erano andate in un territorio di guerra, tra gli estremisti, senza alle spalle un’organizzazione di cooperazione internazionale e senza il consenso delle nostre forze di sicurezza.
Il profilo Twitter @ekhateb88, ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad, ha pubblicato un post con riferimento al pagamento di un riscatto per la cifra di 12 milioni di dollari, confermata dalla televisione di Dubai e dal Guardian.
Il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, ha comunicato la notizia della liberazione in aula alla Camera
Non è mancata la risposta di Matteo Salvini "Se veramente per liberare le due amiche dei siriani il Governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni, sarebbe uno schifo!"
Maria Stella Gelmini "Mi sembra doveroso chiederci se un eventuale riscatto pagato a dei terroristi non sia una fonte di finanziamento per portare la morte in Europa e altrove. Il governo e il ministro Gentiloni faranno bene a chiarire rapidamente la vicenda".
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'informativa alla camera. "Un grande Paese s’impegna a proteggere e salvare la vita dei propri cittadini sequestrati, e quando ci riesce si unisce per ringraziare chi li ha liberati: i Servizi, l'unità di crisi della Farnesina e tutti quelli che hanno contribuito al successo".

Vanessa e Greta saranno ascoltate dagli inquirenti della Procura di Roma.  I magistrati, che sulla vicenda delle due volontarie avevano aperto un'inchiesta per sequestro di persona a scopo di terrorismo, sono in attesa di un'informativa del Ros dei carabinieri e della Digos. 


mercoledì 7 gennaio 2015

Al-Qaeda uccide la satira

Parigi 07 gen. Nel cuore di Parigi, vicino alla Bastiglia, simbolo della lotta per la libertà e giustizia del popolo francese e non solo, alle 11 di questa mattina d’inizio dell'anno è avvenuto un massacro.  Tre uomini incappucciati e vestiti di nero, sono penetrati nella sede del giornale satirico "Charlie Hebdo" e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov contro il personale, urlando «Allah u Akbar». Il tragico bilancio parla di dodici morti, tra cui il direttore Stephane Charbonnier (Charb), i vignettisti Cabu, Tignous, Wolinski e il giornalista Bernard Maris, mentre i feriti sarebbero almeno cinque, di cui alcuni in condizioni gravissime. Dopo la carneficina, i killer hanno preso la fuga a bordo di un’auto nera, poi abbandonata in rue de Meaux, estremità nordest della città. Il giornale ha un orientamento libertario, di sinistra e molto anti-religioso. E si pone l’obiettivo di difendere le libertà individuali, usando ironia e provocazione attraverso le proprie vignette era già stata oggetto di minacce da estremisti islamici, e di atti violenti come un incendio provocato dal lancio di molotov alla fine del 2011, che aveva parzialmente distrutto la sede del settimanale. Nel 2006 il giornale suscitò polemiche pubblicando una serie di caricature del profeta Maometto, diffuse inizialmente dal quotidiano danese Jyllands-Posten che in Italia, Roberto Calderoli, all'epoca ministro delle riforme, le fece stampare su una maglietta che indosso in una famosa intervista televisiva, episodio che scatenò forti reazioni popolari nel mondo arabo, culminate con alcuni morti in Libia
La disegnatrice Corinne Rey (Coco) ha dichiarato «Due uomini incappucciati e armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare. Hanno sparato contro Wolinski, Cabu… è durata cinque minuti. Mi ero rifugiata sotto una scrivania... I killer parlavano perfettamente francese e dicevano di essere di al-Qaeda e di voler vendicare il Profeta».
Il presidente francese Francois Hollande giunto sul luogo dell'attentato «È stato un attacco terroristico di eccezionale barbarie contro un giornale che è espressione di libertà e contro la polizia che la protegge, I killer sono solo degli assassini e dei codardi e prometto che troveremo i colpevoli. Inoltre sono stati sventati diversi attentati della stessa natura nelle ultime settimane a Parigi».
Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio a Hollande: «Desidero esprimere la mia più ferma condanna nei confronti di un gesto vile ed esecrabile, che non colpisce semplicemente un giornale, ma uno dei pilastri sui quali si basa la nostra civiltà, la libertà di stampa».